In questo blog si parla di mio figlio, Alex, adolescente affetto da una grave forma di autismo. Non ci troverete però la sua storia passo passo bensì una serie di racconti, a volte esposti con sarcastica ironia, altre volte rigurgitati con rabbia sulla tastiera. Riflessioni, cronache in presa diretta, fragorose risate, eruzioni di disappunto e quant'altro, il tutto proposto in sequenza casuale e senza un vero filo conduttore, spaccati di quotidiana convivenza con l'autismo. Uno strano percorso il nostro, una scuola di amore e di valori, di perseveranza e di coraggio, dove di imparare non si smette mai...

venerdì 30 gennaio 2015

Un cerchio tra i quadrati



Nel mondo dei quadrati tutto era a misura dei quadrati, e tutto funzionava, perchè tutti erano quadrati. Ma in una calda domenica estiva avvenne l'impensabile, ciò che nessuno aveva previsto, ciò per cui nessuno era preparato. Nacque un cerchio.

L'avvenimento scosse l'intera società, fino alle più alte cariche del quadratico governo.

In sua presenza ogni accordo diveniva dissonante, e l'eco prodotta terribilmente fastidiosa. Quel cerchio disturbava le geometrie, minava le linearità, e potendo indurre le masse in profonde riflessioni risultava una minaccia per l'integrità morale e comportamentale dell'intera razza. Quel cerchio andava rimosso, annientato, il più rapidamente possibile.

Si decise di adottare la famigerata tattica del disorientamento.

I grandi maestri fecero interdire i suoi genitori, colpevoli di aver messo al mondo quella aberrante creatura, e una volta preso il controllo della situazione misero il cerchio in disparte, lo confinarono, ed iniziarono a bombardarlo di nozioni socio-geometriche, nel tentativo di convincerlo che il pianeta era adatto ad ospitare solo ed unicamente quadrati, e che la sua unica possibilità di sopravvivenza passava dunque attraverso l'insindacabile obbligo di doversi fingere un quadrato.

Cercarono in tutti i modi di farlo rotolare più piano, scimmiottando le movenze dei quadrati, per anni e anni, ma fu tutto inutile, il cerchio era molto più cosciente di quanto loro avevano creduto, e nulla lo avrebbe indotto a rinnegare la propria natura; alla fine i maestri dovettero arrendersi.

Ora quel cerchio corre libero, veloce, spesso dinanzi a sguardi sdegnati, sguardi che però sempre meno riescono a celare l'insostenibile invidia che in loro desta tanta anarchica vitalità.








2 commenti:

  1. E improvvisamente avvenne l'impensabile. Tanti altri cerchi che prima di lui si erano arresi e quadratizzati, trovarono poco alla volta il coraggio di mostrare le loro reali fattezze.
    Iniziò un vecchio cerchio, quadrato ormai da molto tempo. Poi uno più piccino, poi un altro, e un altro ancora. In quel momento tutti capirono che c'era spazio per tante differenze e che il risultato era meraviglioso.
    Raffaella N.

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  2. ahahah ... un'epidemia di circolarità ... con Alex nel ruolo di paziente zero. Non male come finale...
    Grazie Raffaella, un saluto.

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