In questo blog si parla di mio figlio, Alex, adolescente affetto da una grave forma di autismo. Non ci troverete però la sua storia passo passo bensì una serie di racconti, a volte esposti con sarcastica ironia, altre volte rigurgitati con rabbia sulla tastiera. Riflessioni, cronache in presa diretta, fragorose risate, eruzioni di disappunto e quant'altro, il tutto proposto in sequenza casuale e senza un vero filo conduttore, spaccati di quotidiana convivenza con l'autismo. Uno strano percorso il nostro, una scuola di amore e di valori, di perseveranza e di coraggio, dove di imparare non si smette mai...

martedì 8 ottobre 2013

L'Albero


Ore 8:00, Alex è già sveglio, ma non è tranquillo.

Parte l'eterna lotta .... mangio in continuazione o esco di casa in continuazione? Il frigo dura fino alle 9 e 30, poi occorre per forza portarlo fuori. Una lunga passeggiata, io e lui da soli, ma non basta. Si esce in auto, io al volante, lui e Katia dietro. Gallarate, Besnate, Arsago .... sembra tranquillo, taciturno ma tranquillo, tiene una mano stretta contro la bocca e guarda fuori dal finestrino. Tutt'un tratto esclama con forza "albero!", credo di aver capito male, in quanto non vedo perchè avrebbe dovuto dire improvvisamente quella parola, mai detta prima, chiedo di ripetere ma lui non ripete. Katia lo guarda in viso, è cambiato, pallido, occhiaie, sguardo angosciato. Poco dopo si gira, fissa sua madre negli occhi e nuovamente ripete la parola "albero", due volte, in evidente stato di inquietudine. Decidiamo di non indagare oltre e lo lasciamo nel suo brodo in quanto sembra sul punto di perdere il controllo, pochi secondi e fortunatamente si resetta riprendendo a fissare fuori dal finestrino, sereno e taciturno.

Appena entriamo in casa si riparte per una passeggiata, io e lui, l'alternativa è vederlo mangiare e defecare all'infinito. Alle 12 rincasiamo, ma dopo un rapidissimo frenetico pranzo Alex chiede nuovamente di uscire, vuole ancora passeggiare. So che gli si stanno formando delle fiacche ai piedi, cerco quindi di proporgli in alternativa un nuovo giro in auto, io e lui da soli, almeno mia moglie avrà giusto il tempo di lavare i piatti e portare i cani a pisciare prima di farla nuovamente aggregare alla nostra fluttuante combriccola. Alex però insiste, "a piedi co papà", io pure insisto ed alla fine la spunto, accetta il giretto "in macchina co papà".

Scendiamo in cortile, la Yaris è al solito posto, pronta e con le portiere già sbloccate, Alex è contentissimo e come sempre si piazza dietro a destra, gli allaccio la cintura, mi metto alla guida ... "andiamo giù al fiume, ok? E facciamo qualche foto, ok?" .... accendo, ingrano la prima .... "albero!" ... di nuovo? Fermo l'auto, mi giro, ha una brutta espressione, totalmente un'altra persona nel giro di un secondo, non ci do peso, riparto. Imbocco la Via Garibaldi ed Alex nuovamente dice "albero", poi più nulla, metto Radio 8 FM col volume un po' altino e via, si va al fiume.

Per tutto il tragitto Alex tace, arriviamo al fiume e lo costeggiamo lungo la Via Alzaia del Ticino, da Golasecca verso Coarezza, trotterellando sui 30 all'ora. Ha smesso di piovere, il computer della Yaris dice che all'esterno ci sono 18 °C, allora provo, come sempre ci provo...

"Alex, scendiamo a fare due passi?"
"No, casa"
"Dai, due passi, facciamo qualche foto"
"Casa"

Due passi al fiume glie li concederei volentieri, giusto due passi per far qualcosa di diverso, ma non c'è niente da fare, proseguiamo. Prossimi al termine dell'Alzaia, ormai quasi in zona Ticinella, ci riprovo...

"Dai, qualche foto..."
"Casa"
"Allora dai, scendo io un minuto e faccio due foto, ok? Tu che fai aspetti in macchina?"
"Stai in macchina"
"Allora mi fermo un attimo?"
"Si"

Accosto e scendo. Con questo stratagemma della foto a volte ho avuto successo inducendolo a seguirmi, ma sta volta la magia non avviene, ho giusto il tempo di fare una sola foto, al volo, senza nemmeno staccarmi di un metro dalla fiancata della macchina, e rieccolo a chiedere "casa".  Spengo la fotocamera e riposiziono il copriobiettivo, il tempo è scaduto. In quell'esatto momento sento un rumore più avanti, un rumore strano, si avverte lo schiocco di un legno che si spezza, rumore di foglie, di rami .... tutto in un secondo, poi stop. Boh ... non si scorge nulla, la strada 50 metri dopo curva, quindi non se ne vede il prosieguo. Risalgo in auto, chiudo la portiera e in quell'attimo mi sfila una Volkswagen Polo grigia guidata da una donna. Rimetto la fotocamera nella custodia e riparto. Imbocco la curva e mi vedo la Polo grigia che sta tornando indietro, mi lampeggia, rallenta, sembra che la signora voglia dirmi qualcosa ... ci fermiamo affiancati, tiro giù il finestrino ...

"Dovete tornare indietro, non si può passare"
"Perchè, che è successo?"
"La strada è bloccata, è venuto giù tutto, c'è una pianta sulla strada, dovete tornare indietro", poi riparte.

Timidamente procedo, termino la curva aspettandomi per abitudine di focalizzare l'ultimo tratto dell'Alzaia, ed invece eccolo .... l'ALBERO, bello grosso, coricato trasversalmente, diametro sui 40 cm, la carreggiata è totalmente ostruita, da lato a lato, la Signora aveva ragione. Mi fermo e avverto immediatamente i Vigili del Fuoco di Somma.

Rifletto ... se Alex non avesse acconsentito a farmi fare la foto probabilmente ora sotto a quell'albero ci saremmo noi, probabilmente...

Faccio inversione aspettandomi una randellata sulla tempia, invece Alex resta impassibile, non mostra stupore dinanzi a quel cambio di programma, probabilmente sapeva già tutto da tempo, probabilmente...

Andiamo, mamma ci aspetta per un altro giro...



Ah già ... la foto ... se lo merita, probabilmente...




2 commenti:

  1. Direi che ha fatto bene a concederti la foto; lo ha fatto al momento giusto.
    Questa cosa di lui che ripete albero però mi lascia perplessa oltre misura.
    Nel post forse non l'ho capito, ma tuo figlio lo ha ripetuto mentre si trovava nella stessa zona?
    Ciao e un abbraccio a tutti e tre!

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  2. Ciao. Albero lo ha detto tre volte un paio d'ore prima mentre eravamo in giro in auto e poi nuovamente due volte un venti minuti prima del fatto, mentre uscivamo dal cortile e gli avevo appena comunicato che saremmo andati in quella zona. Ma non intendo alimentare leggende sulle eventuali doti sopranaturali degli autistici .... secondo me è stata solo una coincidenza, una stranissima coincidenza (anche se in effetti non è la prima). Magari quando diceva albero stava pensando all'albero di natale.... chi lo sa? Un abbraccio anche a te Letizia.

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