In questo blog si parla di mio figlio, Alex, adolescente affetto da una grave forma di autismo. Non ci troverete però la sua storia passo passo bensì una serie di racconti, a volte esposti con sarcastica ironia, altre volte rigurgitati con rabbia sulla tastiera. Riflessioni, cronache in presa diretta, fragorose risate, eruzioni di disappunto e quant'altro, il tutto proposto in sequenza casuale e senza un vero filo conduttore, spaccati di quotidiana convivenza con l'autismo. Uno strano percorso il nostro, una scuola di amore e di valori, di perseveranza e di coraggio, dove di imparare non si smette mai...

venerdì 6 gennaio 2023

Nonno Sergio

 


Gli ultimi anni che mio padre era ancora in vita ricordo che non riusciva più a camminare... Non poteva venire da noi per via delle scale, sia quelle di casa sua sia quella di casa nostra, e comunque Alex non voleva in casa nessuno e in quel periodo mandava via tutti all'istante... inutile quindi anche solo provare a portare da noi mio padre. 

L'unico modo per fargli vedere Alex era quindi portare nostro figlio li a casa sua, ma purtroppo da tempo Alex si rifiutava categoricamente di entrare in quella casa. Così l'unica cosa che potevamo fare era quella di fermarci ogni tanto con la macchina davanti alle finestre dei miei genitori, mia madre scendeva e salutava Alex attraverso il finestrino della macchina (con lui che nemmeno la guardava e la invitava ad andarsene), mentre mio padre faceva l'unica cosa che gli era possibile fare... si affacciava alla finestra... e cercava almeno di vederlo un attimo... senza far rumore, senza avanzare pretese, senza lamentarsi.... semplicemente guardava cercando di vedere suo nipote almeno un attimo... con gli occhi lucidi... trattenendo a stento le lacrime. 

Altre volte passavo di li a piedi passeggiando con Alex, quando ero a 50 metri da casa sua gli telefonavo e gli dicevo "papà, sto arrivando a piedi con Alex, se ti affacci alla finestra tra pochi secondi passiamo, così riesci a vederlo" .... passavamo davanti alle finestre e lui era lì, affacciato .... ma era intelligente (lui), e non gli rompeva i coglioni ad Alex.... non insisteva con assurdi tentativi di convincerlo a salire o con la pretesa che Alex facesse ciao con la manina o rispondesse al suo saluto .... lo guardava passare e basta ... con il sorriso e gli occhi gonfi di lacrime ... con Alex che nemmeno alzava lo sguardo e tirava la mia mano affinche ci si allontanasse da quella finestra il più rapidamente possibile. 

Quando penso a mio padre lo immagino così, affacciato a quella finestra, come l'ho visto per gli ultimi anni della sua vita, con la dolcezza negli occhi, e le lacrime dentro, ben nascoste.




Le persone non si rendono nemmeno conto delle IMMENSE fortune che hanno...



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