In questo blog si parla di mio figlio, Alex, adolescente affetto da una grave forma di autismo. Non ci troverete però la sua storia passo passo bensì una serie di racconti, a volte esposti con sarcastica ironia, altre volte rigurgitati con rabbia sulla tastiera. Riflessioni, cronache in presa diretta, fragorose risate, eruzioni di disappunto e quant'altro, il tutto proposto in sequenza casuale e senza un vero filo conduttore, spaccati di quotidiana convivenza con l'autismo. Uno strano percorso il nostro, una scuola di amore e di valori, di perseveranza e di coraggio, dove di imparare non si smette mai...

venerdì 6 gennaio 2023

Papà si, Papà no

 


Con mio figlio ho sempre avuto un rapporto altalenante... nel senso che lui alterna momenti in cui va in crisi se mi allontano di lui anche solo un secondo, e momenti in cui non mi vuole attorno.

Spesso pretende che io esca di casa in tarda mattinata, o nel primo pomeriggio, e nel tardo pomeriggio... e quando capita è meglio che io esca... molto meglio... altrimenti finisce male.

A volte capita che pur restando in casa con lui, devo starmene in un altro locale, in modo che non vi sia un contatto visivo tra noi. Questo succede spesso quando io e lui siamo in casa da soli.

Per anni non ha accettato la mia presenza a tavola, quindi katia e Alex mangiavano assieme.... ed io mangiavo qualcosa al volo più tardi, quando lui era andato in camera da letto.

C'è stato anni fa un periodo di 8 mesi in cui mi ha rifiutato totalmente. In quei mesi lui stava in casa nostra solo se io non c'ero, e viveva a casa dei miei suoceri, con assieme anche mia moglie, nelle ore in cui io ero in casa. In quegli 8 mesi in pratica fui costretto a vivere da solo nel mio appartamento, pasti e nottate comprese. Weekend e festività natalizie comprese. Io da solo nel mio appartamento, e tutti gli altri nell'appartamento di mio suocero. 

Questi momenti di rifiuto vanno e vengono, ormai ci ho fatto l'abitudine, e non posso fare altro che accettarli e rispettarli. Resto sempre a disposizione quando mi vuole, e mi levo dalle palle quando non mi vuole. Cos'altro potrei fare del resto?

Lavorando ora in smart working fisso c'è il problema aggiunto che, quando capita che non mi vuole in casa, devo anche interrompere il lavoro, ma questo è l'ultimo dei problemi sinceramente. Son 15 anni che lavoro quando posso.... quindi anche a questo ci sono ormai abituato. Poi recupero quando riesco... e quando non riesco amen.

Le persone non potranno mai comprendere del tutto le dinamiche e le motivazioni che ci sono dietro ad ogni mio/nostro singolo comportamento, ed anche a questo ci ho fatto l'abitudine. Ogni tanto a me piace spiegare... ma non per giustificarmi, bensì perchè sogno sempre di riuscire a far comprendere meglio alle persone cos'è l'autismo, e com'è vivere con in casa l'autismo.

Alla fine qui è sempre l'autismo che comanda, che detta regole, che impartisce ordini ... e noi ci comportiamo di conseguenza ... del resto con un autismo di questo livello non ci sono molte alternative... anzi non ce ne sono proprio.




Se mi dovessero chiedere di indicare una cosa che nella mia vita sto facendo esattamente come l'avrei fatta se non ci fosse stato l'autismo di mio figlio.... non saprei  cosa rispondere. Perchè in effetti nella mia vita non c'è una cosa che sia una che io non faccia in una modalità dettata dalla nostra particolare situazione. E' tutto forgiato e plasmato attorno alle sue particolarità e alle sue esigenze.



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